sabato 26 settembre 2009

albergo stanza n°4.

lamento di un sottile dolore.
selvaggio,liquido,invadente.
entra,si insinua,tra le ferite nuove,sopra le vecchie,non mi lascia,e brucia.
in questa stanza buia,con lo stomaco in gola,sboccia un sentimento strano,
esce come una vibrazione,senza filtro.
la fiamma viva scalda un incubo,dal gelido pallore,senza tremolio.
la pioggia si presenta alla mia finestra,vuol giocare a nascondino e a dadi,
entra con la sua potenza,lava,e scarnifica, il male.
baby, ho ancora il tuo sapore,nella mia bocca.
(dedico il mio scritto a tutte le donne che seguono il mio blog.)

venerdì 18 settembre 2009

visione n°4.

un tuono nel cuore,il deserto nell'anima.
il punto è quello,dove il giorno si spegne,e si incendia la notte.
il tuo vestito di madreperla ha nuovo potere,mi incanto a guardarti.
come nave di cristallo,entri nella mia mente per dividere il buio in due,deflorando la notte dalle mille luci,ti spogli,ti lavi,ti purifichi.
onde di sangue,si infrangono su pareti,linde,perfette,bianche,formando pittogrammi,per lo spettacolo di domani.
divoratrice del male,occultatrice di sogni,ti rifletti nello specchio vestita di sole collane.
ricordo i tuoi occhi nella notte,persi come dentro un lago, senza fondo.
(dedico il mio scritto a,g-p-m-s.)

sabato 12 settembre 2009

oceanic 10 l'inizio - seconda e ultima parte.

al mio risveglio era ancora lì,mi aiutava a tirarmi su, leggermente, per bere,disse, bevi questa è una bevanda miracolosa, creata da noi per la tua guarigione,sprofondai nelle tenebre.
mi svegliai il giorno dopo,aprii gli occhi,la mia vista era tornata,come da un lungo viaggio,era come rinascere.
ma ero ancora debole,smarrito,mi guardai intorno,vedevo delle donne,erano bellissime,i loro vestiti colorati e lunghi,ricordavano una comune stile anni 60.
vivevano in una piana rotonda,protetta dal verde della foresta,e dal viola dei fiori,guardavo,mentre svolgevano il loro lavoro,chi cucinava in grossi pentoloni sospesi sul fuoco,chi negli orti,chi era allo spiedo,mi guardavo in giro,ma non vedevo l'ombra di un uomo.
cercai di alzarmi,con molta fatica,ero in piedi,finalmente,mi venne incontro una donna,tale era la sua bellezza,che non riuscivo a tenere i miei occhi dentro i suoi per più di tre secondi.
si presentò,ciao io sono dea,risposi, ciao io sono,lei mi fermò e disse,conosco il tuo nome,tu sei achab-w-aleister,rimasi perplesso,cercai di non farlo notare.
dea era molto bella,da bucare il cuore,il suo viso era come porcellana,al posto della bocca aveva un cuore disegnato,rosso vivo,pulsante vita,aveva un corpo da sogno,portava gli occhiali,le davano un aria misteriosa,mi sentivo bollire il sangue.
mi chiese come stavo,risposi bene,disse che ero rimasto molti mesi,in quello stato,e che lei mi aveva curato,facendomi uscire dal coma.
devo molto a questa donna.
passavo i giorni in sua compagnia,in lunghe passeggiate,nella foresta,che lei chiamava foresta viola,per i fiori viola.
un giorno camminando,forse il destino,o il terreno umido,sono scivolato contro dea,l'ho travolta,siamo rotolati dentro un canalone,fermati,mi stavo alzando per aiutarla,ma lei mi ha tirato giù,stringendomi a se,è stato un turbinio di sensi,un vortice luminoso,orgasmico,un amplesso tra la vita e il fuoco.
tornati alla piana,quello che sentivo dentro,era che mi ero perso nella perdizione,senza perdere tempo.
dovevo tornare alla base,decisione dura da prendere,ma giusta,ho detto a dea che dovevo partire,lei ha capito,poi ho chiesto cosa facevano in questo posto,e chi erano,lei rispose,viviamo in questo posto,e siamo le fate,poi mi disse un giorno entrerai in un tempio,dove si fanno riti,per il passato,presente e futuro,incontrerai gli alieni,esseri di luce,ascoltali.
ho salutato tutte le fate,e ho baciato il suo cuore disegnato,un giorno ci rincontreremo,disse,ciao dea,ciao achab.
ho messo la nostalgia nel mio cappello e sono partito,con le sue indicazioni,per ritornare alla base.
come oceano,che pulsa energia luminescente,e dona coraggio senza pentirsi,io sono con te dea,non ti dimentico.
(dedico il mio scritto,alla fata della foresta viola,la mia dea.)


domenica 6 settembre 2009

visione n°3.

dalle pareti escono strani umori,dai mille colori.
come acqua del ruscello all'alba.
in questo alone lattiginoso che invade il mio tempo,un sentiero visibile solo a me,fa un cenno.
solitudine,pazzia,delirio.
una luna che culla i dubbi a ritroso,ha cancellato il tuo sogno,immacolato.
ho schiacciato il mio cuore sotto un tavolino di un bar,mentre bruciavo le mie dita con molte sigarette.
il tuo amore è un cobra sorridente,io mi libero da catene di rabbia.
come luce che rincorre e danza con gli spettri della mia mente,tu mi sei entrata dentro.
(dedico il mio scritto,a,g-d-g-b.)